Solo tre parole…


Comunità, cultura, socialità.

Le nostre tre fenici in volo si sono trasformate in tre pire pronte ad ardere. E da quel fuoco – nel quale sono state sacrificate cultura, socialità e comunità – rinasceranno per riprendere a volare alto.

In questo silenzio assordante, svuotati dei nostri colori e della vostra presenza, privati nuovamente dall’oggi al domani della libertà di esistere, dobbiamo necessariamente dire una o due cose…

Neanche due settimane fa ci sentivamo i custodi della ripartenza in sicurezza, della socialità e della cultura nella nostra bella periferia. Oggi abbiamo lo stesso valore delle sale bingo e delle sale scommesse e risultiamo essere molto meno necessari dei centri commerciali.

Chiudere indistintamente i circoli che non fanno altro che dare ossigeno ai propri associati – non potendo fare altro da decreto – è inutile e dannoso. Senza i circoli è inutile sbandierare la ripartenza generalizzata della cultura. I custodi della cultura popolare sono i nostri palchi e la voce degli artisti emergenti risuona ormai solo nei nostri cortili.

La stragrande maggioranza dei circoli ha spazi all’aperto dove i soci sono distanziati, monitorati e, in quanto iscritti, anche facilmente tracciabili.

Privare i cittadini della possibilità di sostenere le realtà socio-culturali alle quali sono legati, sostenendo che il tesseramento stesso è considerato un’attività, piuttosto che una prerogativa, è follia.

Se lo Stato non ci ha aiutato e da più di un anno non possiamo svolgere le nostre attività statutarie, chi ci può salvare se non i cittadini che ci vogliono bene perché sanno come operiamo?

Abbiamo capito con rassegnazione che siamo gli ultimi, ma questo non toglie il fatto che ci sentiamo comunque in dovere di esserci per tutti voi. Il messaggio che lo Stato ci sta mandando è chiaro: libertà al commerciale e repressione del socio-culturale.

E così sia, ci adegueremo…

Siamo abituati a comunicare con l’arte e continueremo a farlo. Gli spazi sociali del piazzale, privati della loro vita, ospiteranno un’installazione realizzata dallo staff. La galleria espositiva El Bagnin De Gorla continuerà il suo viaggio nei vostri Pianeti Sognati.

Chi vorrà sostenerci potrà continuare a farlo associandosi a ETC anche se gli spazi socio-culturali sono chiusi.

Nel frattempo: largo al commerciale!

Il chiosco della cascina potrà presto aprire come semplice bar per l’asporto verso il parco.

Fino a ieri ci siamo assunti la responsabilità di avervi nei nostri spazi, garantendo la sicurezza di tutti; da domani, dato che non potremo ospitarvi tra le nostre pareti, la responsabilità sarà evidentemente di qualcun altro… Noi continueremo a mantenere attivo il nostro fondamentale presidio sul territorio.

Sarà il parco la nostra nuova casa!

Almeno fino al 1 luglio.

Da venerdì 28 maggio riapriranno la galleria El Bagnin De Gorla e il chiosco ristoro: ogni giorno dalle h 16:30 alle 22:30, la domenica dalle h 14:30 alle 22:30.

A prestissimo!